Lungo il percorso per raggiungere Norcia, il viaggiatore incontrerà cime aspre, monti arrotondati, colli dal dolce profilo, gole e forre.
In fondo al cammino troverà la Pianura di Santa Scolastica, dove incontrerà la città fondata nel V secolo a.c. , racchiusa nella sua cinta muraria e pronta ad accogliere l'amante della natura, delle meravigliose vedute e dei pregiati sapori, con tutte e sette le sue porte spalancate.
Se il viaggiatore fosse giunto da queste parti nel Pliocene o nel Quaternario, avrebbe invece trovato la culla di un lago, che poi si svuoterà a causa di movimenti tellurici che aprirono il passo all'acqua, verso le Gole di Biselli.
Nella zona più bassa dell'altopiano si può trovare una delle zone più interessanti nelle immediate vicinanze delle mura nursine (XIII sec.). Si tratta di una vasta distesa di prati, circa 70 ettari, dove confluisce l'acqua che scorre giù dalle pendici montane e dalla vallata.
Da diversi secoli in questo luogo, denominato“le marcite”, esiste un sistema di irrigazione controllato da una serie di chiuse e canali, probabilmente realizzato dai monaci benedettini.
L'acqua, sommergendo costantemente il suolo, ne mantiene intatto il livello di umidità impedendo il congelamento d'inverno e la siccità nel periodo estivo.
Questo sistema permetteva di lavorare l'area in qualsiasi stagione, dando modo di ottenere tra i 6 e i 10 tagli di foraggio durante l'anno.
Le Marcite, come quasi tutto il piano di Santa Scolastica fanno parte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il Parco, nato nel 1993 si estende per 70.000 ettari a cavallo tra Marche e Umbria.
Proseguendo verso nord troviamo la cima più alta dell'anfiteatro montano che si affaccia verso Norcia, Monte Patino (1883 m).
Alle sue pendici, superando la Forca di Ancarano si apre la Valle Castoriana, dalla quale si può raggiungere Preci, un piccolo centro dagli interessanti aspetti storici ed artistici.
Nasce proprio a Preci, una delle più antiche scuole chirurgiche all'interno dell'Abbazia di Sant'Eutizio. Questa struttura risale all' VIII secolo ed è una delle Abbazie più belle e meglio conservate del territorio Umbro.
Lungo la strada per arrivare a Preci, vale la pena fare una sosta per visitare le chiese di S. Salvatore e S. Andrea.
In fondo al versante opposto della conca nursina, sorge il centro abitato di S. Marco che grazie ai suoi 1.100m d'altezza domina l'intera pianura. Proprio grazie alla posizione sopraelevata e vicina al confine con il Regno di Napoli, assunse in tempi remoti un ruolo strategico di primaria importanza.
Al giorno d'oggi la posizione elevata da la possibilità al viaggiatore di godere del bellissimo paesaggio, che diventa ancora più prezioso quando il sole cala sulle curve morbide dei monti circostanti.
Proprio da questi luoghi, parte il sentiero che conduce ai bellissimi Pantani di Accumoli.
Vicino S. Marco, possiamo trovare uno dei pezzi pregiati del circondario nursino e del Parco Nazionale ovvero la famosa Quercia di Nottoria.
Si tratta di una quercia pluricentenaria risalente circa al XVII sec. tra le più grandi d'Italia, l'esemplare si trova presso il piccolo centro montano chiamato Nottoria.
Facendo un salto oltre la catena montuosa che circonda il Piano di Santa Scolastica sul versante occidentale troviamo uno dei centri abitati più famosi, caratteristici, suggestivi ed unici dell'appennino italiano.
Fondato nel XIII secolo e Raggiungibile con soli trenta minuti d'auto da Norcia, Castelluccio, con i suoi 1453 m s.l.m. è uno dei borghi montani più alti dell'appennino.
Situato in cima ad un colle in fondo al Pian Grande, nasceva per difendere dalle mire espansionistiche dei vicini marchigiani i possedimenti degli abitanti nursini. Attualmente, il segno più concreto dell'abitato originale è la porta d'accesso al paese, che immette nella piazzetta della chiesa dedicata a S. Maria Assunta.
Il viaggiatore noterà anche delle curiose scritte fatte con la calce sui muri degli edifici, sono frasi fortemente satiriche e pungenti che commentano alcuni fatti particolarmente rilevanti della vita sociale del paese.
Molte sono le leggende e le storie ambientate in questi luoghi, basta aprire una qualsiasi mappa o guida per realizzare che toponimi quali Monte Sibilla, Sentiero delle Fate, Grotta della Sibilla, Pizzo del Diavolo, Lago di Pilato, sono dei chiari richiami al mondo occulto, magico e tradizionale di queste zone.
Diversi scrittori hanno citato e ambientato le loro storie in queste zone, Andrea da Barberino (1370 – 1432 ca), ambientò parte del suo romanzo cavalleresco “Il Guerin Meschino” presso i Monti Sibillini, dove risiedeva secondo le leggende la Sibilla Appenninica. Numerosi filologi, viste alcune analogie, ritengono che la storia del Guerin Meschino abbia ispirato anche la leggenda tradizionale tedesca del Tannhauser.
Antoine de La Sale (1388 – 1462 ca) scrittore satirico francese, su commissione della Duchessa di Agnese Borgogna, si occupò della descrizione dell'ipogeo della Grotta della Sibilla partendo da alcuni racconti popolari raccolti sul posto. A causa delle frane risalenti all'alto medioevo lo scrittore riuscì a disegnarne soltanto una parte.
La pianta topografica disegnata dal francese, è conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Questi luoghi, grazie alle leggende e alle storie narrate emanano suggestioni e magia, veri e propri valori aggiunti alla bellezza, che si manifesta appena il viaggiatore arriva al valico che conduce verso il centro abitato di Castelluccio.
Lo sguardo sarà libero di percorrere indisturbato i 7 Km che lo separano da Castelluccio, incontrando nel mezzo il “Fosso dei Mergani”, la “Macchia Cavaliera” e il Monte Vettore.
Nel periodo tra maggio e giugno il Pian Grande è colorato da una meravigliosa fioritura. Il Giallo, il rosso, il viola ed altri colori renderanno il panorama ancora più indimenticabile e mozzafiato.
Castelluccio ancora oggi, forte della sua posizione dominante, rappresenta una sorta di ultimo avamposto al servizio della bellezza dei Sibillini. |
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